28 maggio 2018

Quando gli eroi di carta s’immergono

di Claudio Di Manao


È il 1952 e devono passare ancora cinque anni prima che esca 'Il Mondo del Silenzio', premiatissimo film di Jacques Cousteau e Louis Malle, ma la subacquea e il mondo sottomarino già stuzzicano la fantasia di George Shed, disegnatore tra gli altri di Capitan America. Dalle sue matite nasce Marlin Keel, biondo e prestante oceanografo, il primo eroe prettamente subacqueo, forse il primo ad indossare maschera e pinne, oltre al solito scafandro da palombaro con tanto di elmetto.
Le tavole escono per il Sunday Comic Strip nel 1952, ma è forse troppo presto per un pubblico che ancora pensa che la subacquea sia un'attività destinata a professionisti e ai corpi speciali della marina. Marlin Keel cessa di uscire nel 1954. La subacquea di carta dovrà aspettare fino al 1956 ed accontentarsi di sporadici episodi di Fightin’ Navy, della Charlton Comics Group, e di Navy Combat della Marvel, storie ambientate nel recente conflitto mondiale.



IL BOOM

Coincide con gli anni 1960 - 62. Il film di 007 Thunderball non è ancora uscito, ma gli autori del fumetto sanno già cosa sta succedendo in giro. Proliferano i documentari subacquei. Maschere, pinne, bombole e autorespiratori garantiscono una libertà di movimento inedita. Le prime attrezzature per subacquei ricreativi compaiono nei negozi di nautica e pesca. La subacquea s’affaccia nell’immaginario collettivo e bussa alle menti creative. Il ‘what if’, scintilla primèva di ogni fiction, trova i suoi punti d’appoggio nella curiosità generale, nell'esperienza sottomarina divenuta accessibile ad un pubblico più vasto. La subacquea irrompe nel fumetto sia d'avventura che disneyano.
Da Mandrake a Tom & Jerry, da Johnny Hazard a Paperino, nel 1962 con maschere e autorespiratori s'immergono praticamente tutti i grandi personaggi. Nessuno vuole restare all'asciutto.



GLI EROI

Nello stesso anno nascono i primi eroi subacquei, le serie dedicate.
La Dell Comics ispirandosi ad una fortunata serie TV per ragazzi pubblica Diver Dan, un eroe ancora configurato da palombaro, ma saranno i Frogmen a lasciare il segno nei cuori dei lettori e dei collezionisti. Gli eroi sono Steve Randall e Jim Collins, investigatori subacquei ed ex militari della marina, reduci della Seconda Guerra Mondiale, alle prese con misteri e delitti da risolvere sul fondo del mare.




Da vari autori escono tavole a quattro colori, 15 Cent a copia, sempre per la Dell Comics. Sempre
prolifico il settore di storie di guerra.

BUDDY CHECK

Le attrezzature, tranne che nei fumetti dedicati, sono quasi spesso preoccupanti. Paperi e altri beniamini dei piccoli s’immergono con globi trasparenti che ricordano la vaschetta del pesce rosso, le fruste degli erogatori vanno e vengono, ed il GAV anche negli anni ’80 - '90 resta per lo più uno sconosciuto. Le dotazioni irrinunciabili restano asce, coltelli, fiocine e fucili, e mine. 



ENVIRONMENTAL UNFRIENDLY

Squali squartati, piovre giganti fatte esplodere, orche assassine. Le creature marine sono alla stregua dei mostri spaziali. In quell’ambiente ostile il nemico non è il mancato rispetto delle tabelle, ma i suoi misteriosi abitanti. Un plauso va al fumetto sexy del filone non horror: il mare come alcova, i coralli come tovaglie di pizzo di un ristorantino intimo, e ai paperi che al massimo neutralizzano una piovra famelica con un barile di pepe.



IL RETAGGIO

Negli anni ’60 e ’70 quelli che s’immergevano se non erano paperi o gatti erano eroi, avventurieri capaci di affrontare rischi mortali a colazione. Oggi s’immerge chiunque abbia voglia di completare un breve corso subacqueo, portandosi dietro il dubbio e l’autoironia dei Peanuts. Il fumetto subacqueo si riduce a poche strisce e vignette, nell’era delle nicchie e delle specializzazioni diventa articolo per subacquei.
Dalla striscia nella rubrica Beachcomber, su Diver, a Sherman’s Lagoon, i personaggi il più delle volte sono pesci e creature dei fondali che commentano la nostra presenza a casa loro, oppure subacquei alle prese con situazioni surreali, con le loro nevrosi.


8 maggio 2018

RCP su donne in gravidanza

di R. Paglialunga

BLS-D è la sigla (BASIC LIFE SUPPORT - DEFIBRILLATION), delle manovre da impiegare in caso di intervento su di una vittima di arresto cardiaco.
Uno degli spauracchi dei soccorritori è l'eventualità di rianimare una donna incinta per i dubbi relativi agli eventuali danni al feto che potrebbero derivare dall'esecuzione della RCP (RIANIMAZIONE CARDIO - POLMONARE), cioè del massaggio cardiaco e dalla defibrillazione, oltre che a dubbi sulle eventuali variazioni da porre in essere dovute alla diversa fisiologia di una paziente incinta.

Il procedimento è simile alla RCP standard, ma necessita di alcune variazioni.
Si deve tener presente che l’utero gravido è di dimensione maggiore e con la donna in posizione supina, tende a comprimere l’aorta addominale e , soprattutto, la vena cava inferiore che riporta il sangue dalla estremità inferiore del corpo al cuore. 
Quando questa viene schiacciata, si ha una brusca diminuzione del ritorno venoso al cuore con conseguente crollo della pressione arteriosa.
L'aumento del volume corporeo comporta inoltre un innalzamento del diaframma e una conseguente diminuzione della capacità funzionale respiratoria residua dal 10% al 25%. Questo, unito all'aumentato consumo di ossigeno causato dalla necessità di sopperire anche alla respirazione del feto porta a una più rapida evoluzione verso l'ipossia.

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Ovviamente una donna incinta, a causa dell'ulteriore irrorazione del feto, si rileva un aumento dal 30% al 50% del flusso sanguigno in uscita dal cuore e questo comporta un aumento medio del battito cardiaco di 15-20 bpm

La presenza del feto quindi modifica i rapporti tra addome e torace, per cui le mani per effettuare le compressioni toraciche devono essere poste leggermente più in alto rispetto a quanto siamo abituati a fare (1-2 spazi intercostali più sù). In alternativa o in presenza di situazioni particolari che impediscono lo slittamento delle mani verso l'alto, le stesse possono essere poste nella loro posizione classica per le compressioni toraciche.
Per quanto riguarda la posizione della donna, invece, le cose sono un pochino più complicate.
Alcuni studi ci dicono di inclinare la paziente verso sinistra; tuttavia ciò comporta una evidente inefficacia nell'esecuzione delle compressioni toraciche per cui la raccomandazione è di eseguire le RCP con la paziente supina preferendo la manovra di dislocazione manuale dell'utero verso sinistra (LUD) a una o due mani.




Se è necessaria la Defibrillazione, si può effettuare con le normali modalità di sequenza ed energia di scarica. L'unica raccomandazione è nella posizione delle placca laterale che non va posta sul tessuto mammario.
Non vi è alcuna evidenza che le scariche del Defibrillatore Semiautomatico (DAE) abbiano un effetto negativo sul feto.

In definitiva quindi, a parte la LUD e l'eventuale posizionamento alternativo delle placche nel caso di imponente massa mammaria, non vi sono differenze nel BLSD sulla donna in gravidanza.