2 maggio 2019

Hands-on Defibrillaton - una nuova tecnica

“Via io, via voi, via tutti”

Chi di voi non ha mai sentito questo ritornello durante un corso BLSD??? E a cosa serve??? Semplicemente a ricordare a voi e a chi vi sta attorno di NON toccare il paziente durante l'erogazione della scossa del defibrillatore (DAE).
Studi recenti hanno analizzato la tecnica "hands-on Defibrillation", che consiste nella prosecuzione delle compressioni toraciche da parte di un operatore anche durante la fase di shock erogato attraverso il defibrillatore.

Risultati immagini per hands on defibrillation

L’efficacia delle compressioni toraciche è risultata essere una componente fondamentale per garantire uno standard qualitativo elevato nella rianimazione cardiopolmonare. Ridurre al minimo le interruzioni nel ciclo di compressioni toraciche sta progressivamente guadagnando maggiore interesse come metodo per migliorare la qualità della manovra di rianimazione cardiopolmonare (RCP) e garantire un outcome migliore.

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Nel trial sviluppato i soggetti hanno praticato le compressioni toraciche utilizzando sei diversi dispositivi di barriera:
- Nessun dispositivo (mani nude)
- Guanti monouso in nitrile singoli e doppi
- Guanti ignifughi (in dotazione ai vigili del fuoco)
- Pannello in neoprene
- Dispositivo meccanico per compressioni toraciche

Non è questa la sede per una discussione, ma ci limiteremo ad una breve descrizione delle conclusioni ottenute a fine studio.
Si è concluso che i guanti in nitrile e il pannello in neoprene prevengono (99%) la percezione nel soccorritore della defibrillazione. I guanti ignifughi e i dispositivi meccanici per compressioni toraciche prevengono qualsiasi percezione. Occorre considerare attentamente quali siano rischi e benefici per il paziente, per gli operatori e per le altre persone presenti.
È necessario studiare ulteriormente quali siano i rischi elettrici e identificare le modalità più idonee per gestirli al fine di ridurre i rischi per gli operatori e garantire una shock adeguato per il paziente. La speranza è quella di assicurare compressioni toraciche continue, anche durante la fase di shock del defibrillatore, per incrementare l’outcome del paziente durante la rianimazione cardiopolmomare.

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Data l’enfasi fatta, nelle ultime linee guida alla qualità delle RCP e alla loro non interruzione, visti i bassi livelli di esposizione alle correnti erogate durante la scarica, si potrebbe pensare all'eliminazione dei tempi “morti” di RCP durante la carica e la scarica del DAE.
In definitiva, non è detto che, tra una o due revisioni delle linee guida, non ci si ritrovi tutti a massaggiare durante la scarica del DAE, al contrario degli scenari apocalittici che raccontiamo finora.