di Dott. R. Paglialunga
Quando
le temperature vanno sotto lo
zero e scende la neve, ciò che
rimane la mattina sulle strade non è altro che un infido e quasi invisibile strato
di ghiaccio. Scivolare e cadere sopra una lastra congelata può essere molto doloroso e causare delle contratture
muscolari o, nei casi peggiori, delle fratture, specialmente nella
regione posteriore. La cosiddetta caduta sul sedere infatti può determinare un
rottura dell’osso sacro o meglio del sacro-coccige (la parte terminale della colonna vertebrale).
Pillole di anatomia
Il
coccige è un piccolo osso, posto alla base inferiore dell’osso sacro, è
costituito da 4 a 6 segmenti fusi tra loro, che non presentano le
normali caratteristiche delle vertebre. La struttura del primo segmento è unica: presenta degli abbozzi dei processi trasversi e dei processi
articolari, definiti corni del coccige, situati posteriormente alla base e che
si articolano con i corni dell’osso sacro. Guardando una normale radiografia, si nota una forma leggermente arcuata verso il basso, che
ricorda un abbozzo di coda, forse in ricordo della presenza in altre età
evolutive.
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Se
il trauma è stato di una certa importanza e, di conseguenza, il dolore è molto
forte e persistente occorre:
·
non sottovalutare
il dolore, perché i traumi, se non curati adeguatamente nelle primissime fasi,
possono anche portare a dolori cronici resistenti alle terapie;
·
sottoporsi a un
controllo in pronto soccorso per verificare con esami radiografici la
presenza o meno di una eventuale frattura in questa regione;
·
verificare che il
trauma all’osso sacro non abbia indotto la cosiddetta “coccigodinia”, una
condizione che può compromettere le normali attività quotidiane e non
regredisce con il riposo;
·
verificare se
siano presenti anche dolori in altre parti del corpo correlabili con
il trauma stesso (soprattutto a polsi, mani e alla colonna vertebrale), per non
rischiare che lesioni secondarie conseguenti all’impatto vengano scoperte
troppo tardi.
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I traumi al coccige, se
trascurati e non curati adeguatamente nelle primissime possono portare a dolori
cronici, talora difficili da risolvere, come la “coccigodinia”.
Sintomi
della coccigodinia
Dolore: è il più importante
e quello più fastidioso! Il soggetto con un dolore al coccige o al sacro,
avverte generalmente fastidio quando si inchina e siede su una sedia o peggio
su una superficie dura, ma in alcuni casi, per un gioco di tensioni articolari
e fasciali, il soggetto avverte dolore nella zona anche nella posizione eretta.
Talvolta questa condizione favorisce anche la comparsa di mal di schiena, e
infatti, in una anamnesi è certamente interessante valutare eventuali traumi
diretti in zona e valutare la mobilità del coccige.
Mal di schiena basso: nonostante il
coccige sia un osso non fondamentale, risulta connesso al sacro,
determinando delle tensioni che possono provocare male alla schiena anche in
posizione eretta.
Stipsi o disturbi dell’evaquazione:
spesso durante la valutazione vengono messe in evidenza problematiche di
stipsi, non completa evaquazione legata al fatto che il paziente avverte dolore
e inconsciamente contrae la muscolatura ghigliottinando le feci e facendo persistere
il senso di non svuotamento dell’ampolla rettale. La causa del dolore è legata
alla presenza di collegamenti tra coccige e muscolatura responsabile
dell’apertura dell’ano.
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Problemi sessuali: la sfera
sessuale può essere coinvolta dalla coccigodinia per una lesione o irritazione
del nervo pudendo, responsabile dell’erezione.
Cura della coccigodinia
La
Cura della coccigodinia è una pratica che non tutti possono eseguire. Certamente
la Terapia manuale risulta essere la più efficace e probabilmente la più
indicata in questo problema andando ad agire sia sulla zona dolente del
coccige, sia sulle strutture adiacenti e sui legamenti che spesso sono
interessati nel processo doloroso. La valutazione del problema da parte del
fisioterapista risulta essere fondamentale, e probabilmente è già il 50% della
risoluzione in quanto mediante test e manipolazioni riusciamo a comprendere
quale e quali strutture sono coinvolte nel processo doloroso. Per raggiungere
le aree legamentose sarà necessario un controllo e conoscenza dell’anatomia
andando a palpare e in seguito trattare mediante specilli e strumenti piccoli
che riescono a dare una certa specificità all’intervento.
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Cosa fare subito dopo il trauma?
Pertanto, nell'evenienza di una
scivolata con caduta sul sedere, ecco come intervenire immediatamente:
·
applicare ghiaccio sull'area dolente;
·
evitare sforzi che coinvolgano la colonna
vertebrale e quindi anche l’osso sacro;
·
sedersi utilizzando dei cuscini cavi nel centro
(a ciambella) o assumere posizioni cosiddette “ergonomiche”, che permettano
cioè all'osso sacro di non subire schiacciamenti;
·
dormire a pancia in giù per evitare il
sovraccarico dell’area che ha subito il trauma;
·
in caso di bisogno e su prescrizione medica,
assumere antidolorifici per bocca.
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Non ti improvvisare medico di te stesso o crocerossina!!!
Affidati sempre ad uno specialista e segui le sue indicazioni.
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della situazione e gestirla al meglio, SEGUI UN CORSO BLSD e FIRST AID per il
primo soccorso.