di R. Paglialunga
Alzi la mano chi non ha sentito da bambino almeno una volta la frase: "Non fare il bagno dopo mangiato". Tormentone di grandi e piccini, stiamo parlando delle classiche due/tre ore di attesa sotto i raggi infuocati ad aspettare che la digestione faccia il suo corso.
Cosa centra la digestione?
“Il fattore digestione è poco rilevante, il problema principale è la centralizzazione della circolazione. Ovviamente centralizzando la circolazione, regioni come l'intestino vengono messe in secondo piano rispetto al cervello e al cuore”
Queste sono le parole del Dott. Marco Delli Zotti.
Il rischio paventato da sempre è la congestione, ossia il blocco della digestione dovuto allo sbalzo termico tra la temperatura corporea e quella dell’acqua di mare. Congestione che, va sottolineato, non è un'esclusiva del tuffo in mare: analoghi rischi ci sono anche per avere consumato una bibita molto fredda o nel passaggio da un ambiente caldo a uno con aria condizionata alta.
Ma è davvero così? Nessuno studio lo dimostra. Questo però non significa che tuffarci dopo un’abbuffata sia una buona idea.
Curiosamente, la regola delle tre ore è più una preoccupazione nostrana che di altri Paesi, dove magari si suggerisce di aspettare un’ora.
Di fatto, i dati scientifici sulla connessione tra i pasti prima del bagno e il rischio annegamento sono pochi, tanto che la International Life Saving Federation definisce infondata la raccomandazione di evitare il bagno dopo i pasti.
L’annegamento nei giovani
Tra le principali cause di morte nel Mondo nei ragazzi c’è anche l’annegamento. Nei bambini questa causa raggiunge 1/3 dei casi, persino in piscina. Uno dei principali fattori di rischio è lo shock termico, lo sanno bene anche gli atleti che prima di tuffarsi in piscina fanno una doccia fredda.
L’improvviso calo di temperatura è determinante, si deve soprattutto all'acqua che arriva alla testa. Tutti quanti avrete sperimentato la situazione in cui al mare qualcuno vi getta per scherzo una secchiata d'acqua alle spalle. Non tutti trovano la cosa divertente, la sensazione è piuttosto brutta, ci manca il fiato. Immaginate che questa sensazione duri qualche secondo di più, in mezzo al mare potrebbe costarvi la vita. Così i bagnanti adulti per esperienza avranno imparato che è bene bagnarsi gradualmente prima di tuffarsi, anche senza conoscere le casistiche di annegamento. Ma ci sono certamente tanti altri fattori di cui tener conto.
Consumare alcolici è più rischioso???
Nel 70% dei casi di annegamento troviamo situazioni in cui vengono consumati degli alcolici. I maschi sarebbero più a rischio delle femmine, risultando maggiormente a contatto con l’ambiente acquatico; inoltre consumano più alcol, che è uno dei principali fattori di rischio per l'annegamento.
Assumere alcolici infatti – come spiega il portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica (Epicentro), dell'Istituto superiore di sanità – riduce la capacità di affrontare una situazione rischiosa come l’annegamento, inoltre si tende a sottovalutare questo fattore di rischio. Quel ch’è certo, per i bambini – sempre secondo Epicentro – è che la mancanza di sorveglianza è notevolmente più rilevante del pasto consumato e del lasso di tempo tra il consumo e il bagno.
Buon Senso
Anche se i rischi di annegamento vero e proprio vengono da ben altri motivi, e il buon senso (quanto si è mangiato, quanto è fredda l’acqua) è il più utile metro per regolarsi, c’è però da dire che le canoniche tre ore di attesa tra il pasto e il bagno non sono una regola di prudenza campata in aria.
Consideriamo i tempi medi di permanenza dei cibi nello stomaco: un succo di frutta ci mette al massimo venti minuti per passare all'intestino, la frutta impiega circa mezz'ora (20 minuti l’anguria, 40 le mele), la verdura cruda 30-40 minuti, quella cotta 45-50, le patate 60.
I carboidrati vengono generalmente digeriti nel giro di un’ora. Anche al latte scremato e ai formaggi freschi basta un’ora circa, mentre per i formaggi stagionati ce ne possono volere anche 4 o 5.
Se il pasto consumato è a base di pesce, un’ora è più che sufficiente per la digestione, mentre per una bistecca di manzo ne servono 3 o 4, e fino a 5 per il maiale.
Le regole da seguire
Fermo restando che sulla questione esistono solo punti di vista, espressi da vari medici, e non una fonte autorevole a cui affidarsi, il Ministero della Salute nell'ambito del progetto "Educazione acquatica" ribadisce la necessità di attendere almeno tre ore prima di buttarsi in acqua. Ma ecco una serie di consigli per affrontare il momento del bagno in completa sicurezza:
- Mai da soli in acqua. Porta sempre qualcuno in acqua che possa intervenire in caso ti sorprenda un crampo, uno spavento, uno svenimento o un trauma anche lieve.
- Occhio al freddo: entrate in acqua gradualmente. Il freddo, in acqua, è il vero nemico. Quando la differenza tra la temperatura del corpo e quella dell’acqua è molto alta, lo shock termico può portarti allo svenimento e a un potenziale annegamento. Evita questo rischio entrando in acqua gradualmente, dando tempo al vostro corpo di abituarsi.
- Solo pasti leggeri. Non ti diremo di aspettare mezz’ora, due o tre ore dopo un pasto per entrare in acqua: non ci sono prove che questo eviti malesseri, o peggio, ti metta a rischio di crampi e annegamento. È vero però che il pasto impegna gli organi deputati alla digestione, che chiedono quindi un maggior apporto di sangue, a discapito della periferia del corpo e dell’apparato muscolare. Nonostante il nostro fisico sia in grado di far fronte a tutte queste necessità, meglio non impegnarlo in una lunga nuotata o in tuffi dagli scogli, specie se l’acqua è fredda. Per evitare problemi di digestione e di affaticamento, evita i pasti pesanti in spiaggia, in modo da poter entrare in acqua senza remore e senza aspettare ore al sole.
- Niente alcol. L’alcol andrebbe evitato. I dati dicono che l’ingestione di alcol aumenta il rischio di annegamento, proprio per l’effetto negativo che le bevande alcoliche hanno su riflessi e attenzione.
- Se non ti senti al meglio, non entrare in acqua. Uno stato psicofisico non ottimale può esporti a inutili rischi, specie se le condizioni meteo non sono buone e il mare è mosso.
- Dosa le forze. Quanto si entra in acqua è necessario essere consapevoli delle proprie capacità e mai spingersi oltre in sforzi eccessivi. Ricordati che una volta arrivati alla boa, bisogna tornare indietro. E se non sei un abile nuotatore, non spingerti al largo, dove il pericolo è maggiore.
Come intervenire in caso di necessità???
Seguire un corso BLSD e FIRST AID possono salvare una vita!
Non è una diceria ma una realtà... un corso e un minimo di conoscenza anatomica possono fare la differenza. E se la vita da salvare fosse proprio la tua??? Non vorresti che qualcuno fosse pronto e abile a soccorrerti???
I corsi DAN TRAINING sono strutturati apposta. Frequentane uno e capirai .a differenza tra aiutare e restare a guardare. Il DAN è sempre accanto a te!
Per informazioni sui corsi contatta il tuo istruttore DAN più vicino a te.